Bonus assunzioni giovani 2024: quali sono e come funzionano
Sono diverse le misure per favorire l’occupazione giovanile nel 2024, attualmente in vigore o in arrivo.
Con l’approvazione definitiva della legge di conversione del Decreto Coesione è stata introdotta un’agevolazione per giovani under 35, nel caso di assunzioni nel periodo compreso tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025.
Si tratta di uno sgravio del 100% dei contributi dovuti dal datore di lavoro, per i 24 mesi successivi all’assunzione e fino all’importo mensile di 500 euro.
Attualmente in vigore anche l’incentivo per l’occupazione di giovani under 30 previsto dalla Legge di Bilancio 2018. Consiste in una riduzione dei contributi del 50% per 36 mesi e con un limite annuo di 3.000 euro.
Le agevolazioni sono cumulabili con la super deduzione fino al 130% per il nuovo personale assunto, una delle prime novità messe in campo con la riforma fiscale. La misura prevede particolari condizioni di favore se le assunzioni riguardano giovani lavoratori.
Infine, il decreto Coesione prevede un incentivo all’autoimprenditorialità per i giovani under 35.
Il bonus assunzione giovani under 35 del Decreto Coesione
Tra le misure che prevedono agevolazioni per l’assunzione dei giovani c’è quella prevista dal Decreto Coesione, il DL n. 60/2024.
Il bonus per l’assunzione di giovani è disciplinato dall’articolo 22. Tra le regole e le condizioni per l’accesso all’agevolazione c’è un requisito legato all’età: il soggetto non deve aver compiuto 35 anni alla data di assunzione.
Oltre al rispetto del requisito anagrafico è prevista un’altra condizione. Il lavoratore non deve essere mai stato occupato a tempo indeterminato. La nuova assunzione dovrà avvenire con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. L’agevolazione spetta anche in caso di trasformazione di un contratto già in corso a tempo determinato.
L’incentivo è riconosciuto anche per assunzioni successive, se il primo datore di lavoro non ne fruisce interamente per interruzione anticipata del rapporto. Sono escluse dall’agevolazione le aziende che, nei sei mesi precedenti l’assunzione, abbiano effettuato licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo o licenziamenti collettivi, nella medesima unità produttiva.
L’obiettivo della misura è l’incremento occupazionale stabile di giovani. Il nuovo incentivo si applica quindi alle assunzioni dal 1° settembre 2024 al 31 dicembre 2025. Si tratta di uno sgravio dei contributi previdenziali del 100%, con esclusione di premi e contributi INAIL, fino all’importo massimo mensile di 500 euro per i 24 mesi successivi all’assunzione.
Per i datori di lavoro privati che assumono lavoratori in una sede o unità produttiva situata nelle Regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna, l’importo massimo mensile sale a 650 euro.
Le risorse messe a disposizione per finanziare la misura ammontano a:
34,4 milioni di euro per il 2026;
458,3 milioni di euro per il 2025;
682,5 milioni di euro per il 2026;
254,1 milioni di euro per il 2027.
Il monitoraggio del rispetto del tetto di spesa è affidato all’INPS. Se dovesse emergere, anche in via prospettiva, il raggiungimento del limite fissato lo sportello per le nuove richieste sarà chiuso.
L’incentivo sarà quindi riconosciuto sulla base dell’ordine cronologico di invio delle domande, il cui invio sarà indicato dallo stesso Istituto attraverso appositi documenti di prassi.
Per l’operatività della misura è necessaria l’adozione del decreto attuativo del Ministero del Lavoro e del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il nuovo bonus per le assunzioni di giovani è compatibile con la maxi deduzione fino al 120% o al 130%, introdotta dal decreto legislativo n. 216/2023.
Bonus assunzione per under 30
Oltre alla nuova agevolazione inserita nel decreto Coesione, si ricorda che per l’assunzione dei giovani nel 2024 è in vigore anche un’altra agevolazione, legata all’età dei lavoratori e delle lavoratrici che vengono assunte.
Si tratta dei bonus per i giovani con meno di 30 anni, previsto dalla Legge di Bilancio 2018.
L’incentivo spetta ai datori di lavoro del settore privato. Anche in questo caso deve essere rispettato una condizione: i giovani con assunzione agevolata non devono mai essere stati assunti a tempo indeterminato.
Il bonus assunzioni spetta nei seguenti casi:
assunzione con contratto a tempo indeterminato;
trasformazione di rapporti da tempo determinato a tempo indeterminato;
prosecuzione di contratti di apprendistato professionalizzante a patto che il lavoratore non abbia compiuto il trentesimo anno di età alla data di inizio dell’impiego con contratto a tempo indeterminato.
Anche in questo caso l’agevolazione consiste in un esonero contributivo pari al 50% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali, con esclusione dei premi e contributi INAIL.
L’importo massimo concesso per ciascuna assunzione è di 3.000 euro su base annua, riparametrato e applicato su base mensile, e la durata massima è di 36 mesi.
Nel caso in cui il lavoratore per cui il datore di lavoro ha beneficiato dell’agevolazione sia assunto a tempo indeterminato da altri datori di lavoro, l’incentivo è riconosciuto a questi ultimi solo per il periodo residuo utile alla piena fruizione.
In tale ipotesi il beneficio prescinde dall’età anagrafica del lavoratore alla data della nuova assunzione.
Come nel caso della misura prevista dal Decreto Coesione, l’esonero contributivo non spetta nell’ipotesi di licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo o di licenziamenti collettivi nella stessa unità produttiva nei sei mesi precedenti all’assunzione.
Nel caso di licenziamenti nei sei mesi successivi all’assunzione è prevista la revoca dell’incentivo e il recupero delle somme già fruite.
La maxi-deduzione per chi assume
Alle prime due misure presentate, destinate in modo esclusivo all’incremento dell’occupazione stabile di giovani, se ne aggiunge un’altra che non è specificamente messa a punto per favorire le assunzioni di giovani lavoratori, ma prevede dei vantaggi di natura fiscale con riferimento a nuove assunzioni a tempo indeterminato avvenute nel periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023, se soddisfatte determinate condizioni.
Si tratta della maxi deduzione fino al 130% per il nuovo personale assunto, una delle prime novità messe in campo con la riforma fiscale.
Nonostante la scadenza del 30 gennaio fissata dal decreto legislativo numero 216 del 2023, che ha introdotto la misura, il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze è stato adottato il 25 giugno scorso e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 3 luglio 2024.
Tale provvedimento contiene le istruzioni attuative per beneficiare della deduzione riconosciuta per il nuovo personale assunto.
L’articolo 4 del provvedimento ha previsto per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023, per i titolari di reddito d’impresa e gli esercenti arti e professioni, una super deduzione IRPEF e IRES del costo del personale di nuove assunzioni con contratto a tempo indeterminato.
La misura riconosciuta, in via generale, è pari al 120%. Tuttavia può arrivare al 130% per i rapporti di lavoro attivati con persone in condizioni di svantaggio.
In sintesi, le categorie sono le seguenti:
lavoratrici e lavoratori molto svantaggiati;
persone con disabilità o che rientrano in categorie svantaggiate;
giovani ammessi agli incentivi all’occupazione giovanile;
donne di qualsiasi età con almeno due figli minori o prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi residenti in determinati territori;
donne vittime di violenza;
lavoratori o lavoratrici con sede di lavoro situata in regioni che nel 2018 presentavano un prodotto interno lordo pro capite inferiore al 75% della media EU27 o comunque compreso tra il 75% e il 90%, e un tasso di occupazione inferiore alla media nazionale;
ex percettori del reddito di cittadinanza senza i requisiti per l’accesso all’Assegno di inclusione.
Tra tali categorie rientra anche quella dei giovani che rispettano i criteri per l’accesso agli incentivi per l’aumento dell’occupazione giovanile.
Le agevolazioni sono tra loro cumulabili e i datori di lavoro potranno quindi beneficiare di un doppio vantaggio, quello legato allo sgravio contributivo e quello relativo alla deduzione.
Il decreto ministeriale stabilisce anche gli elementi per il calcolo dell’agevolazione. Nello specifico:
“Il costo da assumere è pari al minor importo tra quello effettivamente riferibile al personale di nuova assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, risultante dal conto economico (…) e l’incremento del costo complessivo del personale, classificabile nelle medesime voci, rispetto a quello relativo all’esercizio in corso al 31 dicembre 2023”.
Per il calcolo si deve seguire le istruzioni previste dall’articolo 5 del decreto attuativo. Ai fini della deduzione il costo del personale deve essere maggiorato del 20%. Un ulteriore aumento del 10% è previsto in caso di nuove assunzioni che rientrano nelle categorie svantaggiate, tra le quali i giovani.
Relativamente ai requisiti di accesso, è previsto che l’agevolazione spetti se:
“… il numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato alla fine del periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 è superiore al numero di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato mediamente occupato nel periodo d’imposta precedente”;
“… alla fine del periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023, il numero dei lavoratori dipendenti, inclusi quelli a tempo determinato, è inferiore o pari al numero degli stessi lavoratori mediamente occupati nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2023”.
Le istruzioni per eseguire correttamente il calcolo del personale, e valutarne l’effettivo incremento, sono stabilite nell’articolo 4.
I beneficiari dell’incentivo sono i seguenti:
società per azioni e in accomandita per azioni, società a responsabilità limitata, società cooperative e società di mutua assicurazione, società europee e società cooperative europee residenti nel territorio dello Stato;
enti pubblici e privati diversi dalle società, trust, residenti nel territorio dello Stato, che hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali;
enti pubblici e privati diversi dalle società, trust che non hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciale, organismi di investimento collettivo del risparmio, residenti nel territorio dello Stato;
società ed enti di ogni tipo, compresi i trust, con o senza personalità giuridica, non residenti nel territorio dello Stato;
imprese individuali, società di persone ed equiparate ai sensi dell’articolo 5 del citato TUIR titolari di reddito d’impresa;
esercenti arti e professioni, anche in forma associata, che determinano il reddito di lavoro autonomo ai sensi dell’articolo 54 del suddetto TUIR.
In relazione alle prime tre categorie citate, le agevolazioni sono accessibili anche per le relative stabili organizzazioni presenti in Italia.
Viene invece escluso l’accesso alla super deduzione nel caso di:
nuove attività;
imprese in liquidazione ordinaria o assoggettate a liquidazione giudiziale e ad altri istituti liquidatori relativi alla crisi di impresa.
Le agevolazioni per giovani imprenditori
Il nuovo Decreto Coesione, oltre al bonus per le assunzioni di giovani under 35, introduce anche un bonus per favorire l’autoimprenditorialità nell’ambito dei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie e la transizione digitale ed ecologica.
I giovani imprenditori under 35 possono beneficiare di un contributo da 500 euro mensili, per un massimo di 3 anni, per periodi fino al 31 dicembre 2028.
Come si legge all’articolo 21, comma 3, del decreto, l’agevolazione sarà concessa dall’INPS su domanda degli interessati, cioè gli imprenditori e le imprenditrici che avviano un’attività nelle modalità definite dallo stesso articolo 21.
Il contributo sarà erogato dallo stesso Istituto, che anticiperà le somme per il numero di mesi di svolgimento dell’attività imprenditoriale. Il pagamento avverrà annualmente e in forma anticipata.
A livello fiscale, la somma ricevuta dai giovani imprenditori non concorre alla formazione di reddito.
A definire i criteri e le modalità di accesso al beneficio sarà un apposito decreto interministeriale.